ERENUM

Introduzione

Benvenuto in Erenum, un mondo di avventure senza fine, dove il destino è scolpito dalle azioni di eroi e eroine destinate a lasciare un'impronta indelebile sulla storia. Erenum è un luogo di meraviglie e pericoli, dove antiche leggende si intrecciano con il presente, e dove il mistero avvolge ogni angolo della terra.

Mille anni fa, le nebbie oscurarono il cielo di Erenum, gettando il mondo nell'ombra e costringendo le civiltà a rifugiarsi in insediamenti sui rilievi più altri, che nel tempo si sono evoluti in città-stato. Le nebbie crearono l'ambiente adatto all'espansione dei territori delle bestie selvagge e alla proliferazione di mostri che la gente normale non avrebbe potuto combattere. Con il passare dei secoli, il sovrappopolamento all'interno delle mura e lo scarso spazio vitale hanno portato a una grave scarsità di risorse, inclusi cibo e acqua. Le città-stato, ormai isolate e sospettose l'una dell'altra, hanno chiuso i propri confini al commercio e alla cooperazione, alimentando tensioni e rivalità tra le diverse culture. La xenofobia ha fatto presa su molte comunità, alimentando il timore e la diffidenza verso gli stranieri e le razze non native, complicando ulteriormente gli sforzi per una collaborazione e una prosperità condivise. Tuttavia, non tutto è perduto. I portali elfici, costruiti con la loro maestria millenaria, hanno parzialmente rotto l'isolamento delle civiltà, permettendo un limitato scambio di risorse e conoscenze tra le città-stato. Questi portali rappresentano una speranza di rinnovata collaborazione e comprensione, anche se le tensioni e le divisioni persistono.

Nel cuore dell'ambiente caotico e vibrante delle città-stato, si è radicata un'antica tradizione che risuona con lo spirito guerriero e competitivo delle sue genti: il campionato gladiatorio. Questo torneo, oltre a essere uno spettacolo per il popolo, è diventato un simbolo di onore e prestigio per i combattenti provenienti da ogni angolo del mondo. Attraverso lotte epiche e duelli all'ultimo sangue, i gladiatori dimostrano il proprio valore e conquistano fama e ricchezza per sé e per le loro città. Le arene, affollate di spettatori provenienti da ogni ceto sociale, risuonano degli urli del pubblico mentre i combattenti si affrontano con abilità e coraggio. Questo torneo è diventato una celebrazione della forza e della destrezza, e allo stesso tempo una dimostrazione di potere e dominio tra le città-stato di Erenum.

Mille anni dopo la loro venuta, le nebbie hanno preso improvvisamente a ritirarsi scoprendo al di là delle mura delle città un mondo affrancato dagli antichi segni della presenza delle razze umanoidi ed evolute. Terreni selvaggi, boschi oscuri e montagne imponenti custodiscono segreti ancestrali e minacce inimmaginabili. Le nebbie che un tempo avvolgevano il mondo si ritirano, rivelando antichi misteri sepolti e nuovi orrori che attendono di essere scoperti.

Nel mezzo di tutto ciò, avventurieri provenienti da ogni angolo di Erenum si preparano a partire per viaggi epici e pericolosi, pronti a sfidare le forze dell'oscurità e a rivendicare la propria gloria. È un mondo dove la magia danza con la realtà, dove l'eroismo è messo alla prova e dove l'avventura attende dietro ogni curva del destino.

Benvenuto a Erenum, dove il tuo destino ti attende.

Le città - Stato

Luminara

Al centro degli altopiani stellati, Luminara é una città-stato con una popolazione di circa 50.000 persone. La città è stata costruita in verticale, sfruttando le grandi formazioni cristalline di Solarcrys come fondamenta per alte torri e minareti, sulle cui sommità vivono le famiglie nobili e ha sede l’accademia arcana Nei piani intermedi sono state insediate le caste sacerdotali e militari, mentre ai livelli inferiori la plebe, e le attività commerciali. La città sopravvive prevalentemente grazie alle coltivazioni intensive in grandi caverne scavate nella montagna e perennemente illuminate dalla luce che i Solarcrys accumulano di giorno in superficie. La popolazione è composta prevalentemente da umani, elfi e gnomi, e l’ascensore sociale è pressocchè bloccato a metà strada: Solo i rampolli primogeniti delle famiglie nobiliari ereditano titolo e possedimenti, lasciando la carriera militare e sacerdotale come unica strada percorribile agli altri figli, se escludiamo i matrimoni combinati, cosa che nel tempo ha portato al problema che tutte le famiglie nobili della stessa razza sono in qualche modo imparentate, minando la salute della prole.

La presenza dei Solarcrys ha stimolato lo sviluppo di tecniche di ingegneria avanzate, permettendo la creazione di dispositivi che utilizzano i cristalli come accumulatori di energia magica. Queste innovazioni hanno contribuito al progresso e alla prosperità della città, mantenendola al passo con i tempi e garantendo il suo ruolo di fulcro commerciale e culturale di Erenum.

Luminara si distingue anche per essere stata tra le prime città-stato ad aver sviluppato e costruito navi volanti alimentate dalla magia di levitazione dei Solarcrys. Queste imponenti navi, conosciute come “AetherKeels”, rappresentano un'innovazione tecnologica senza precedenti, consentendo alla città di espandere i propri commerci e la propria influenza su scala globale.

Le AetherKeels, con la loro struttura leggera e aerodinamica, sono incredibilmente agili e veloci, superando di gran lunga le navi costruite utilizzando i massi di fluttuorite come Galleggianti. Grazie alla magia dei Solarcrys, queste navi possono sollevarsi in volo e planare attraverso i cieli di Erenum, superando gli ostacoli naturali e rendendo possibili viaggi più rapidi e sicuri.

L'innovazione delle AetherKeels ha rivoluzionato i commerci e le relazioni tra le città-stato di Erenum, consentendo a Luminara di consolidare la propria posizione come potenza marittima e di proiettare la sua influenza su terre lontane. La città ha abbracciato appieno il potenziale delle navi volanti, utilizzandole non solo per il commercio, ma anche per l'esplorazione, la difesa e la ricerca di nuove risorse e conoscenze.

Aetherborg

Con i suoi ottanta mila abitanti, la maestosa città-stato eretta sulle rovine della antica città nanica di Mithraldelv (dal nanico “Città dell'argento lucente”), si staglia imperiosa sulla sommità del monte Dunorath. Le sue mura, imponenti e massicce, si estendono come un abbraccio protettivo intorno ai suoi abitanti, riflettendo la forza e la determinazione di coloro che vi dimorano.

Il nome “Aetherborg” racchiude in sé una profonda simbologia che riflette la storia e l'essenza stessa della città. “Aether” è il termine con cui anticamente era definita la forma che il mana assumerebbe, se condensato in forma tangibile, lo stesso mana che secondo gli arcanisti, permea l'aria e conferisce potere e magia agli abitanti di Erenum. Questo potere antico, che ha reso possibile l'esistenza delle leggendarie Ley Lines e dei portali di teletrasporto elfici, è stato da sempre parte integrante della vita di Erenum e alla base di tutte le teorie sulla magia in generale. Il termine “Borg”, invece, deriva proprio dal nanico, e indica un insediamento fortificato o una città. Unione tra il magico e il materiale, il nome Aetherborg incarna l'essenza di una comunità che, grazie alla magia e alla determinazione dei suoi abitanti, ha prosperato e resistito alle avversità nel corso dei secoli.

Governa la città il Consiglio Oligarchico, composto dai più influenti esponenti delle famiglie nobili e dalle corporazioni militari e commerciali, che coordinano gli sforzi per garantire la prosperità e la sicurezza del popolo, composto in gran parte da Nani, umani, Gnomi delle rocce, Goliath e altre minoranze .

Le sue grandi fucine ruggiscono giorno e notte, forgiando armi e armature di incomparabile resilienza. Le scuole di arte militare sono rinomate in tutto Erenum, formando generazioni di gladiatori e combattenti. Le arene, fulcro della vita sociale di Aetherborg, risuonano degli urli del pubblico e dello scintillio delle armi, mentre i gladiatori si fronteggiano in duelli all'ultimo sangue.

Nel cuore di Aetherborg, le strade si snodano tra edifici imponenti e intricati, testimonianze del lavoro degli artefici e dei geomanti che hanno plasmato la roccia per ampliare i confini della città. Ma Aetherborg non è solo nota per la sua forza militare.

I suoi cesellatori mistici sono richiesti in tutte le città di Erenum per la manutenzione dei portali di collegamento, essenziali per il commercio e la comunicazione tra le città-stato.

Tuttavia, nonostante la sua grandezza e la sua importanza strategica, Aetherborg non può nascondere le cicatrici del passato. Le nebbie che hanno invaso anche le antiche caverne hanno costretto i nani all'esodo, portando con sé sovrappopolamento e scarsità di risorse. Le arene, con i loro scontri violenti, sono diventate un modo per indirizzare e contenere la rabbia della popolazione, offrendo un'illusione di controllo in un mondo sempre più caotico.

Oltre a questo, la natura dei Nani che per gran parte ricoprono ruoli di comando, ha disincentivato l'utilizzo di navi volanti di qualsiasi tipo.

Eppure, nonostante le sfide e le difficoltà, Aetherborg brilla come un faro di speranza in un mondo avvolto dalle tenebre delle nebbie. La sua gente, proveniente da tutte le terre limitrofe, si unisce nella determinazione di resistere e prosperare, dimostrando la forza e la resilienza dell'umanità di fronte all'oscurità.

Aurasen

A nord est del mondo di Erenum, appena al di sopra del livello delle nebbie che avvolgono ogni dove, sorge una città maestosa, simile a un miraggio dorato che si staglia contro il cielo. Questa città, conosciuta con il nome di Aurasen, è un luogo di nobiltà e grandezza, dove le torri di pietra brillano al sole con un bagliore accecante, illuminando le strade terse e i bastioni imponenti. Un rifugio per il popolo che venera Solinar, dio della giustizia e del coraggio e che veglia su di loro dall'alto. I cavalieri pattugliano a dorso di grifone i confini della città, pronti a difendere i suoi abitanti da qualsiasi minaccia esterna e tenendo sempre bene a mente il codice che hanno giurato di seguire.

Al centro della città sorge un maestoso castello, con torri slanciate e merli decorati che si ergono verso il cielo come guardiani silenziosi, lì risiede la famiglia reale. La regina vedova, Elara, regna con saggezza e gentilezza, affiancata dai suoi tre eredi: il valoroso principe Alistair, il saggio principe Corin e la giovane principessa Alessia, con il suo spirito indomito e la sua bellezza radiosa. La corte del castello è un luogo di intrighi politici e celebrazioni, dove nobili e cortigiani si riuniscono per discutere degli affari del regno e partecipare a sontuosi banchetti.

Le strade lastricate della città, illuminate dalla luce del sole, sono percorse da persone vestite con abiti semplici e colorati, che parlano con tono rispettoso e dignitoso. Ai margini della città, le abitazioni si estendono su altri mesa ed altopiani, trasformando la periferia in una serie di feudi, con La campagna circostante punteggiata da villaggi pittoreschi e fattorie, dove la vita scorre tranquilla e serena. Qui, i contadini lavorano la terra con diligente impegno, contribuendo alla prosperità del regno. I collegamenti difficoltosi a causa della nebbia, vengono assicurati con traghetti sospesi da pezzi di fluttuorite, e trainati da grifoni. Sul maggiore dei territori al di sopra delle nebbie, scorre persino un fiume, il Lìonmhar che sinuoso attraversa la campagna, offrendo acqua fresca e vita alla terra circostante. Lungo le sue rive, si trovano mulini ad acqua e piccole comunità di pescatori, che dipendono dalle acque del fiume per il loro sostentamento.

Nonostante l'atmosfera fiabesca, Aurasen si distingue dalle altre città-stato per la sua scarsa presenza di arcanisti, compensata da una casta sacerdotale numerosa e rispettata, fusa con la casta militare di cavalieri che proteggono la città e mantengono la pace.

In ogni angolo di questa terra, si respira un'atmosfera di magia e avventura, dove le leggende del passato si mescolano con la realtà del presente. È un luogo di speranza e di sogno, dove ogni strada può portare a un nuovo destino e ogni ambizione può diventare realtà.

O almeno, questo è quello che sostengono gli Aurani: ciò di cui sono convinti sostenitori.

A fianco a questa, vi è un’altra storia altrettanto vera. Un regno così prospero, dopo mille anni di nebbie e quindi di ristrettezze e difficoltà gravose per tutta Erenum, proietta ombre lunghe almeno quanto il fulgore che ostenta. Il lato oscuro di Aurasen cela di come i re della città dorata abbiano difeso per secoli la prosperità del loro popolo respingendo gli assalti e gli attacchi delle altre città-stato che bramavano la sua estensione libera dalle nebbie. Per millenni, Aurasen ha difeso con fermezza le proprie terre, rifiutando ogni richiesta di condividere il benessere e lo spazio vitale con le città-stato estere, costringendole così a dover fare scelte difficili per sopravvivere. Il portale di collegamento è situato al centro di una vera e propria arena al coperto, presidiata costantemente da squadre di balestrieri che puntano chiunque tenti di varcarlo senza permesso. Voci narrano delle peggiori nefandezze escogitate dal consiglio reale allo scopo di controllare la popolazione e mantenere coerente la propaganda che giustifica la politica xenofoba. Persino di epidemie e carestie provocate volontariamente dalle città estere e alle quali la casta sacerdotale, sebbene nutrita e potente, non avrebbe potuto porre un freno, Questa politica egoistica ha alimentato risentimento e invidie, creando una spaccatura profonda e duratura nell'animo della regione.

Anche se Aurasen brilla come un faro di luce nel buio, la sua gloria è macchiata dal sangue versato e dalle sofferenze inflitte alle città vicine.

Fumigard

Fumigard è una città gnomica incastonata in una vasta conca, un tempo un cratere vulcanico ormai spento. I suoi abitanti gnomi, dediti all'inventiva e alla conoscenza, trascorrono gran parte del loro tempo in laboratori e biblioteche, impegnati nello studio e nella ricerca. Le strade strette e tortuose di Fumigard sono costellate da edifici pittoreschi e bizzarri, decorati con ingegnose invenzioni e dispositivi meccanici. L'aria è impregnata dell'odore di fumo e di sostanze chimiche provenienti dai laboratori, conferendo alla città un'atmosfera vibrante e caotica. Nonostante l'apparenza eccentrica, Fumigard è un centro di grande ingegno e creatività, dove le menti gnomiche lavorano instancabilmente per portare avanti la loro ricerca e le loro scoperte.

Nebulantis

La città degli elfi Avariel, emerge magnifica e incantevole dal cielo. Costruita su un enorme masso di fluttuorite che la sostiene in cielo, sembra toccare il firmamento. Le costruzioni elfiche, dall'architettura elegante e sinuosa e prive di scalinate e balaustre, galleggiano in aria come gabbiani al mattino.

Come ogni mattina le torri, con le loro pareti di cristallo che riflettono la luce del sole, sembrano fondersi armoniosamente con l'etere circostante, emanando una sensazione di leggerezza e di purezza. L'atmosfera è pervasa da un senso di antica saggezza e di serenità, come se in quel luogo di eterna bellezza il tempo stesso si fermi. Ogni dettaglio architettonico, dalle arcate sospese alle vetrate colorate che danzano con il vento, è una testimonianza della maestria e della bellezza di chi l'ha costruita.

Introduzioni Narrative

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1) La prima alba di una nuova era

1) La prima alba di una nuova era

La notte stava scivolando via dal cuore della città di Luminara e i Solarchrys, grandi cristalli bianchi che spuntavano naturalmente dalle rocce di tutta la regione, incanalavano ormai a fatica la luce solare raccolta il giorno prima per risplendere come stelle nel buio. Aric giaceva nella penombra della camerata della servitù. I deboli raggi dei solarchrys si infiltravano attraverso le fessure nelle tende logore, illuminando il volto pallido e scavato dall'ombra dei suoi lineamenti misti di sangue umano ed elfico.

Svegliandosi prima degli altri, i suoi occhi si aprirono lentamente, accogliendo la routine amara che lo attendeva. Lì, nel Calice d'Aura, la locanda dove Aric prestava servizio come sguattero, indugiava con la mente. Il suo chiodo fisso era il liberarsi dalle catene della sua realtà quotidiana. Ora pensava ad arruolarsi nella guardia, ora invece di unirsi come volontario nel corpo degli esploratori. La consapevolezza di esser rimasto orfano proprio a causa delle nebbie, gli animava e al contempo mortificava un senso di rivalsa e riscatto.

Luminara, celebrata per le sue luci incantevoli, non era immune alle sfide che affliggevano il resto del mondo. La sovrappopolazione e la scarsità di risorse rendevano ogni città una lotta quotidiana per la sopravvivenza. La magia, una risorsa potente, era stata monopolizzata dalle élite, lasciando il resto della popolazione in balia di una vita grama.

Certo! Avrebbe potuto comprarsi un passaggio verso un’altra città attraverso i portali di connessione, ma sapeva che gli sarebbero serviti ancora anni di quella vita per permetterselo. C’era poi la strada delle arene, ma gli mancavano addestramento ed equipaggiamento, e chi avrebbe mai finanziato un gracile adolescente malnutrito? Se poi durante uno scontro avesse inavvertitamente rivelato il suo potere magico? Quelli della Mano Incantata, chiamati con disprezzo nei vicoli con il nomignolo di “Rapiamagia” sarebbero accorsi da lui, per condurlo con la forza a chissà quale vita di totale asservimento ai bisogni delle caste ricche. Scambiare la sua attuale prigione per una dorata poteva essere un cambiamento in positivo? Se quelle voci poi, riguardo alle fosse comuni di giovani dotati, ma non abbastanza, fossero state vere? «Aric! Giù dal letto! Oggi è il tuo turno di raccogliere l’acqua!”» Tuonò la voce del caposervizio da basso.

Il giovane mezzelfo si sollevò dal suo giaciglio consumato, preparandosi per un'altra giornata di faticoso lavoro. Attraversò il cuore della città, dirigendosi verso le funi cui erano appese le tinozze posizionate oltre i confini delle mura. Con lui, molti altri abitanti della città vagavano come gatti randagi verso una meta comune. Ogni mattina infatti, in un rituale simbolico di sopravvivenza, si recavano a raccogliere l'acqua fresca condensata in tinozze dalla nebbia sottostante, oltre le mura della città.

Tra il sonno e l’assiduità del suo rimuginare, Aric aveva una percezione ancora confusa di ciò che gli stava attorno. I raggi di sole facevano capolino dalle catene montuose a est, avvolgendo tutto con un’aura dorata, ovattata nell’umidità della notte morente. Questa mattina però, qualcosa era diverso. Mentre si chinava sulla cima della prima tinozza, il suo sguardo si avventurò oltre, e rimase spalancato e incredulo. La nebbia, che da sempre aveva avvolto ogni vista, si ritirava di fronte a lui, svelando una vasta vallata invasa da una foresta fitta e scura. Il giovane rimase immobile, gli occhi fissi oltre le montagne, intravedendo un mondo oltre la nebbia, un mondo che sembrava sospeso tra la magia e la dura realtà della sua esistenza.

2) Chiacchere nell'arena

2) Chiacchere nell'arena

Quel giorno, nelle pertinenze dell’arena grande, Duric il Saggio e Uthold Karugath, due anziani guerrieri, si ritrovano per discutere gli esiti degli scontri avvenuti il giorno precedente.

«Ancora non riesco a credere che Ieri, quella Cheratichioma (ndr: Thielfing) abbia davvero messo in ginocchio Konrad! Un Goliath il doppio di lei!» osservò Uthold, con voce roca, facendo scricchiolare la sedia sotto di sé mentre gesticolava accompagnando il suo dire con enfasi. Duric annuì pensieroso, il suo sguardo profondo rifletteva un mare di memorie di battaglie passate. «È vero. Ha dimostrato una destrezza e una velocità imprevedibili. Quelle mosse… sembravano sovrannaturali.» Uthold sbarrò gli occhi alle parole del compagno. «Stai pensando alla magia?» D: «Macchè? i Rapaci le si sarebbero avventati addosso in un battibaleno… Ma lei non lanciava sortilegi.» U: «Eppure quell’improvvisa velocità! … > D: «Hai fatto caso all’espressione della ragazza? Nemmeno lei sapeva cosa stesse accadendo. Era la prima ad essere meravigliata » U: « Stai dicendo che è stato un imbroglio? Qualcuno dall’esterno l’ha aiutata?» Duric prese ad accarezzarsi la morbida barba sale e pepe. «Sto dicendo» enfatizzando con il tono di voce, sicurezza e intuito, « Che qualcosa di strano è successo! Qualcosa che i Rapimagia hanno notato per forza, ma che sono i primi a non esser riusciti a spiegarlo… E poi, non lo percepisci anche tu ? Io ormai sono mesi che sento qualcosa di strano… come un cambiamento nell’aria. » Uthold lanciò all’altro uno sguardo di divertito scetticismo. «Stai diventando anche tu un magus?»

I due risero di gusto.

All’improvviso Tavon, il banditore dell’arena, irruppe nella stanza con lo sguardo solenne e una notizia urgente da condividere.

«E ufficiale: Konrad Il Goliath si è ritirato dagli scontri» annunciò Tavon. Il suo respiro affannato tradiva la sensazionalità della notizia. «Pare abbia deciso di arruolarsi nel corpo di esplorazione per mappare le nebulande .»

Uthold alzò un sopracciglio, riflettendo sul significato di questa decisione. «È forse la sua via per redimersi dopo la sconfitta» mormorò. «Forse troverà più onore nell'esplorazione che nelle lotte nelle arene.» Duric sbuffò accompagnandoci una smorfia di dubbio e disappunto. «Ecco perchè non ho mai risparmiato nessuno… Quella ragazza cornuta è troppo giovane ed ingenua per capire che salvare dalla morte il tuo avversario in arena non è mai un gesto di generosità…» «E’ anche vero che in arena se ne vanno tanti giovani promettenti…» Uthold replicò sospirando.

Duric tenne fisso lo sguardo sul pavimento: «Fidati di me, amico mio… Morire in arena può sembrare un dono, se confrontato con l'idea di essere divorati da qualunque cosa si nasconda in quelle maledette nebbie. »

3) Una spedizione finita male

3) Una spedizione finita male

“Udite, Udite, cittadini di Aetherborg
Con la presente notifica, il Consiglio Oligarchico di Aetherborg desidera informare la popolazione tutta riguardo agli esiti della spedizione che ieri, alle prime luci dell’alba, si è avventurata nei sotterranei della città vecchia sottostante, la gloriosa Mithraldelv, attraverso cui scorre la via per la Grande Porta che si apre ai territori esterni, ora finalmente liberi dalla nebbia che ci ha imprigionato per tanto tempo. E’ per esplorare e mappare le immediatezze della porta, e per trovare un punto in cui poter stabilire una testa di ponte per successive esplorazioni, che ora ci troviamo a dover affrontare un grave dilemma. Da ieri, infatti, non abbiamo più ricevuto alcuna comunicazione dalla squadra di esploratori. Le loro tracce si sono misteriosamente perse all'interno dei sotterranei ancora inspiegabilmente invasi dalla nebbia, e non abbiamo alcuna notizia su cosa possa essere loro accaduto. È stato riferito che poco dopo la partenza della squadra, un tremendo fragore è emerso dalle profondità della città, squarciando anche il silenzio e la pace della superficie.

Data l'assenza totale di notizie dalla squadra di esploratori, ci vediamo costretti a dichiararli dispersi e presumibilmente deceduti e finché non verrà chiarita la natura e la provenienza di questi misteriosi suoni che hanno fatto vibrare la nostra città, non verranno avviate missioni di soccorso e recupero.

Ricordiamo dunque i nomi dei sei valorosi affinchè possano essere consegnati alla gloria della memoria dei martiri che hanno reso grande la nostra patria.

Il capitano del corpo degli esploratori, Miriana Stormcaster, Mezzelfa Il sacerdote Balfor Stonehammer, Nano L’arcanista Lyra Dawnblade, Umana L’arciere Kaelar Sunwhisper, Elfo L’artefice Grigorio “Grig” Shortfuse, Gnomo La recluta Konrad Thalmar, Goliath, ex gladiatore.

Preghiamo i Cinque per la sicurezza e il ritorno degli esploratori, e restiamo uniti in questo momento di incertezza e difficoltà.”

Firmato, Harron Maldrin, Alto Funzionario del Consiglio Oligarchico di Aetherborg

4) Discepoli imprudenti

4) Discepoli imprudenti

Nebulantis, la città degli elfi Avariel, emergeva magnifica e incantevole dal cielo. Costruita su un enorme masso di fluttuorite che la sosteneva in cielo, sembrava toccare il firmamento. Le costruzioni elfiche, dall'architettura elegante e sinuosa e prive di scalinate e balaustre, galleggiavano in aria come gabbiani al mattino.

Come ogni mattina le torri, con le loro pareti di cristallo che riflettevano la luce del sole, sembravano fondersi armoniosamente con l'etere circostante, emanando una sensazione di leggerezza e di purezza. L'atmosfera era pervasa da un senso di antica saggezza e di serenità, come se in quel luogo di eterna bellezza il tempo stesso si fermasse. Ogni dettaglio architettonico, dalle arcate sospese alle vetrate colorate che danzavano con il vento, era una testimonianza della maestria e della bellezza di chi l'aveva costruita.

Poco lontano dalle mura della città, i giovanissimi Elenara e Thalor sperimentavano il volo libero per la prima volta, affascinati dalla libertà e dall'infinita vastità del cielo.

Mentre si libravano nell'aria discutevano animatamente su quanto fosse meraviglioso poter volare senza limiti di tempo, un privilegio riservato agli Avariel al di fuori di Nebulantis solo per brevi istanti. Accanto a loro, l'istruttrice Isilme, zia di Thalor, osservava con orgoglio i suoi giovani allievi mentre si avventuravano tra le nuvole.

“Mio dio, Elenara, è incredibile!” esclamò Thalor, sentendo il vento tra le piume delle sue ali.

“Lo è davvero, Thalor!” rispose lei, con un sorriso radioso. “Non mi sarei mai immaginata che volare nel vuoto fosse così meraviglioso.”

“Siete bravi, ragazzi,” disse con un tono amorevole. “Ma non dimenticate mai il rispetto per il cielo e per il potere che vi è concesso.” Li Ammonì Isilme, comodamente seduta su di un macigno di fluttuorite vagante.

“Mai, zia,” rispose Thalor, cercando di contenere l'eccitazione.

Mentre si allontanavamo sempre più dalla città, la voce di zia Isilme sembrava sempre più lontana.

“L'Aether che vi sostiene è potente, ma non è infinito,” li avvertì, alzandosi preoccupata. “Non spingetevi troppo oltre i vostri limiti.”

Proprio mentre la saggia istruttrice li stava avvertendo, le ali di Thalor cominciarono a diventare trasparenti, sempre più fino quasi a scomparire, e man mano che questo avveniva, Thalor perdeva il sostegno del vento. “Le tue ali!” urlò Elenara! Isilme, lesta si era già lanciata verso Thalor come un falco in picchiata. Con vigore e massima determinazione, aggiunse Thalor e con un poderoso colpo d'ali arrestò la sua caduta appena sotto la coltre di nubi che copriva la vista delle terre sottostanti.

“Non capite il pericolo in cui vi siete messi!” gridò, la voce carica di preoccupazione. “Non è la caduta a preoccuparmi, perchè per noi è possibile sempre attutirla, in qualche modo, ma ciò che potreste trovare nelle nebb…

Isilme fermò il suo dire mentre Thalor già guardava verso il basso. Erano rimasti senza fiato. Le nebbie si stavano ritirando, rivelando qualcosa di inimmaginabile al di sotto di esse: un paesaggio di bellezza incontaminata si estendeva sotto di loro. Foreste lussureggianti si estendevano fino all'orizzonte, attraversate da fiumi scintillanti e punteggiate da prati verdi e rigogliosi. Era uno spettacolo di una bellezza così straordinaria che sembrava quasi irreale.

Ad un tratto, a Thalor il volo non sembrò più così interessante quanto l'esplorazione di quel vecchio, nuovo vasto mondo.

Puntano qui

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ambientazioni/erenum.txt · Ultima modifica: 2024/03/25 16:48 da mythril